sabato 12 febbraio 2011

Branco farmaceutico


Oggi è la giornata di raccolta del Banco Farmaceutico: come ogni anno veniamo invitati a recarci in farmacia, scegliere dei farmaci da banco (per cui non sia necessaria una ricetta), acquistarli e donarli al Banco Farmaceutico medesimo, che si occuperà dello smistamento agli enti convenzionati. E' una nobile iniziativa, tuttavia non immune da possibili critiche, non tanto sulle finalità perseguite quanto sulla modalità e sulla carenza di informazioni riguardante altri attori dell'iniziativa, quali le farmacie e le ditte farmaceutiche.

Sia ben chiaro: il fatto che un ente raccolga donazioni che si traducono in aiuti per dei bisognosi è lodevole e merita tutto il supporto possibile; non sono qui a censurare il Banco Farmaceutico, ma voglio sottolineare quelle sfumature che normalmente tengono lontani da queste iniziative chi è scettico come il sottoscritto.

Sul sito dell'ente troviamo la procedura attraverso cui il farmaco donato raggiunge l'utilizzatore finale (e non mi sto riferendo a farmaci che curano la disfunzione erettile..)

  1. entro in una farmacia convenzionata dove dei volontari mi invitano a donare
  2. compro un medicinale
  3. il farmacista mi fa una ricevuta speciale
  4. il farmacista compila un coupon che dà al Banco Farmaceutico
  5. Banco Farmaceutico distribuisce i coupons agli enti convenzionati
  6. gli enti li danno agli assistiti
  7. gli assistiti li portano in farmacia dove gli viene consegnato il farmaco
Tutto fila liscio. Peccato che non si faccia alcun accenno al coinvolgimento economico dei farmacisti, i quali nella giornata odierna possono avere una impennata delle vendite, con conseguenti maggiori ricavi. Provo a chiedere lumi al numero telefonico riportato sul sito: purtroppo, vista la particolarità della giornata, il numero è stato dirottato su un call-center e c'è solo Matteo, un disponibilissimo volontario del Banco a darmi ragguagli, oltre al consiglio di richiamare lunedì per parlare con qualcuno di più "tecnico".

Scopro che i farmacisti ricevono un elenco di categorie di farmaci "necessari" da suggerire per l'acquisto ai clienti, meglio se nella formulazione generica del principio attivo, che tradotto significa: il Banco dice "servono lassativi", il farmacista mi suggerisce di comprare lassativi e se io scelgo il Guttalax™ mi suggeriscono una alternativa non di marca e più a buon mercato.

Apprendo inoltre che le farmacie che vogliono aderire a questa giornata devono pagare una quota una-tantum (lunedì ne conoscerò l'importo) svincolata dall'effettivo incasso pro-Banco: devo fare un grande sforzo di malizia a pensare che qualcuno possa specularci, ma ci riesco comunque..
Scopro inoltre che le ditte farmaceutiche NON partecipano alla giornata, ad eccezione della ANIFA che ogni anno fa "importanti donazioni" di cui, nonostante siano pubbliche, non è dato di conoscere l'importo. Peccato: mi aspettavo che proprio con le ditte produttrici di medicinali ci fosse un accordo, una sorta di convenzione che garantisse sconti speciali in favore dei bisognosi. No.

Eppure basterebbe che il Banco Farmaceutico operasse come una grande struttura ospedaliera, indicendo una gara di appalto per le varie categorie di farmaco/principio attivo e trovando le ditte disposte ad offrire prezzi più competitivi, raccogliendo le donazioni (in denaro, non in natura) sempre attraverso le farmacie e successivamente acquistando i prodotti dalle ditte che si sono aggiudicate la gara: considerando che normalmente lo sconto praticato agli ospedali è pari almeno al 50% del prezzo riportato sulla confezione, questo si tradurrebbe in un raddoppio del valore delle offerte fatte, del numero di bisognosi aiutati, etc..

Insomma: l'iniziativa è bella e buona, ma più che finalizzata alla massimizzazione del beneficio alla fine della catena (facciamo fruttare al massimo le offerte in favore di chi ne ha bisogno), mi pare concentrata sulla amplificazione del senso di carità (stimoliamo tanta gente ad offrire le medicine ai poverelli): un approccio un po' ciellino al problema. Peraltro il Banco Farmaceutico appartiene alla Compagnia delle Opere.
Ah ecco, tutto spiegato..