mercoledì 29 giugno 2011

Rumore e morte.


Oggi a Roma è morto un musicista.
Lo hanno pestato a sangue nel Rione Monti tre giorni fa ed oggi è morto.
Lo hanno pestato perchè la sua musica, suonata in uno dei tanti locali che popolano l'area della movida romana, disturbava il sonno di uno degli abitanti del quartiere che, indignato, ha inveito prima dal balcone, poi inseguito con un bastone (o una frusta) per strada i quattro della band; quindi, riusciti a sfuggire al bastone, si sono imbattuti nei calci, pugni ed in un casco (nuovo manganello della destra capitolina) di una banda - questa con la "a" finale - che ha infierito su Alberto Bonanni fino a causarne prima il coma, oggi la morte.

Per via del rumore.

Io sono un musicista/dj e lavoro soprattutto di notte.
Io non tollero il rumore alla mattina.
Le campane delle chiese alle 7.00 rappresentano un grande distrubo per me, che non vado a Messa.
Le automobili delle 8.00, con i loro claxon e le sgassate ai semafori sono un enorme fastidio, per me che sono ancora a casa.
I bambini che piangono e fanno i capricci alle 9.00 sono uno strazio, per me che non ho bambini.
I cani che abbaiano alle 10.00 sono una terribile rottura di coglioni, per me che non ho un cane.
I cantieri che martellano incessantemente fino alle 12.00 e riprendono all'una sono un massacro per chi è andato a letto alle 5.00..

Eppure non posso protestare per nessuno di questi motivi: è nel diritto di tutti fare rumore.

Ciononostante, quando mi esibisco in un locale di Brescia, una vicina ha diritto di protestare alle 10.30 perchè lei vuole già essere a letto a quell'ora e dunque basta.
Oppure una quindicina di vicini dello stadio San Siro possono alzare il telefono ed ottenere che i concerti in uno degli spazi destinati alla grande musica terminino alle 11.00 con una soglia di decibel da oratorio.
E le amministrazioni sono pronte a chiudere, censurare e scoraggiare ritrovi notturni, anche solo non intervenendo fino al degenerare della situazione e poi impedendo all'improvviso qualsiasi iniziativa.

Appena ci scappa il morto.

Perchè va bene tutto, ma la musica proprio no, eh..
Quindi il tizio di Rione Monti ha pensato bene di incazzarsi non col proprietario del locale che quella band l'ha chiamata, non con i clienti che - frequentando il locale - motivano la presenza di quel concerto, ma con i ragazzi della band stessa, perchè LORO facevano il rumore che dava lui fastidio.
Allora incazziamoci con la Fender perchè ha fatto la chitarra colpevole, la Mesa Boogie per quei bastardi di amplificatori, l'ENEL per aver alimentato il tutto..
Tutto in nome della tutela del diritto al riposo.

Altro che diritto al lavoro.

Altro che diritto alla vita.

PS: quando ho scritto il post la notizia su La Repubblica era "Morto il musicista pestato a sangue". Oggi scopro che è in condizioni disperate, ma ancora vivo. Questo non cambia il contenuto dell'articolo, se non invitando tutti a pensare belle cose per Alberto.

2 commenti:

Arcureo ha detto...

Aggiungici che quelli che suonano "non stanno mica lavorando, si stanno divertendo" e fai l'en plein.

Che blues, cazzo...

guido ha detto...

Il problema è iniziato quando abbiamo cominciato ad ascoltare i rompi coglioni, a legittimare le loro parole, prendere in consegna le loro lamentele. Non puoi avere
la tranquillità della campagna e la comodità della città. Dalle mie parti si dice "la botte piena e la moglie ubriaca".